venerdì 15 gennaio 2010

Usa on the road live: San Francisco-New Orleans (14° giorno)

14° giorno: Grand Canyon-Monument Valley (14 gennaio)

Di buon ora (come oramai in tutta la vacanza) abbandoniamo il Grand Canyon con –8 gradi, ma con una stupenda giornata di sole (sarà bello d’estate ma anche d’inverno ha il suo fascino), la nostra destinazione per la mattinata è Antelope Canyon.



Già il tragitto che ci porta alla nostra meta è uno spettacolo di colori dalle varie tonalità di marrone al rosso, non per altro la zona che percorriamo è un tratto di strada che affianca il Painted Desert (Deserto colorato).
Ma cos’è Antelope Canyon? Ora descrivo brevemente la sua storia.
Nel 1931, iniziò la costruzione del Glen Canyon Dam (diga) che durò la bellezza di 26 anni, in quel tempo questa zona di deserto era la “casa” del Lago Powell e la comunità di Page era popolata solo dalla tribù indiana Navajo con i loro greggi di pecore.
Un giorno una ragazzina di 12 anni dal nome di Sue Tsosie mentre riportava le proprie pecore nella sua casa di Kaibeto, fu attirata da uno squarcio in un enorme blocco di pietra color rame. Passando nella apertura, si trovò in un crepaccio con ampi spazi alternati con passaggi stretti. Quello che Sue scoprì, è ciò che oggi conosciamo come Antelope Canyon, divenuta ora una delle attrazioni sceniche più belle della Arizona. Fotografi professionisti e amatoriali sono affascinati dalla tonalità sempre mutevole di questo Canyon e dalle aperture create dall'erosione, cambiando davanti agli occhi dal giallo all'arancio al rosa al ruggine. Le striature in pietra arenaria, alla presenza del sole, sono quasi incandescenti dovute a secoli di pioggia e vento che l’hanno scolpita. Questo fenomeno è maggiormente visibile nel periodo estivo quando il sole è più a picco nel cielo.
Antelope Canyon si trova nella riserva Navajo ed è visitabile solo se accompagnati da una guida turistica locale autorizzata.
Sicuramente questo canyon non è dei più conosciuti della zona ma vi garantisco che non ha nulla da invidiare alle ben più note attrazioni naturali presenti nella zona.
Entrando in questa fessura è come entrare in un mondo magico, surreale, è come se si entrasse in vortici dai mille colori, e se ti soffermi a guardare una parete con un pizzico di fantasia riesci vedere forme di animali e quant’altro la tua mente ti porta.













Usciti dall’Antelope Canyon e avendo ancora un piccolo margine per l’arrivo in serata alla Monument Valley che è la destinazione finale odierna, decidiamo di approfittare della vicinanza del lago Powell per dargli un’occhiata veloce, giusto il tempo di vedere l’imponente diga sul fiume Colorado, fare un salto alla Marina e purtroppo non trovando il tempo per vedere forse l’attrazione più nota di questa zona l’HorseShoe Bend, pazienza non si può far tutto.





Proseguiamo verso la nostra meta finale ed oltre la suggestiva strada che troviamo anche ricoperta di neve, una cosa che ci accompagna da parecchi km è il vedere un’infinità di camper e roulotte fatiscenti dove gli indiani tutt’ora abitano, nonostante il governo elargisca contributi e agevolazioni fiscali loro continuano la loro vita in queste abitazioni.
In tardo pomeriggio arriviamo in Monument Valley dalla spettacolare autostrada 163 dove si possono ammirare le famose colline e le mesas tipiche di questa valle, le antichissime rocce che emergono dal deserto sono diventate simbolo dell’Ovest americano.



Come scelta di pernottamento decidiamo di accomodarci al The View Hotel unica struttura presente nella Monument Valley, altamente consigliata per lo spettacolo che si gode.
E come consuetudine… il tramonto, questa volta dallo Utah. Abbiamo cambiato ancora stato e siamo a quota 4!



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