lunedì 31 gennaio 2011

Lanzarote e le sue meraviglie

Questa è una vacanza all'insegna del relax e non del tour de force che abitualmente siamo soliti fare. Non sarà un racconto live ne tantomeno a "giorni" perchè staremo via due settimane ed essendo lunga 62 km e larga 20 faremmo in tempo a girarla non so quante volte quindi contiamo di fare anche mare.
Cominciamo dal dire che Lanzarote si trova a 100 km dalle coste africane e a 1000 dalla Spagna per questo motivo gode del vento del Sahara e delle correnti del Golfo, ha un clima a dir poco fantastico non per niente la chiamano l'isola dell'eterna primavera (come tutte le Canarie). E' una distesa vulcanica senza alti rilievi. In alcune zone  sembra di essere catapultati su Marte.


Ma facciamo un passo indietro, partenza il 23 dicembre da Parma via Roma, per poi atterrare a Barcellona e in fine Lanzarote. Il nostro  giorno di partenza non c'era il volo diretto. La compagnia arerea era l'Alitalia. Una cosa che non ci è mai capitato (non si finisce mai di imparare) è che l'Alitalia a Barcellona si appoggia a Air Europa quindi da Parma le valige arrivano direttamente a Lanzarote ma tu a Barcellona devi uscire e rifare il check-in, sembra una problema di poco conto ma in fatto di tempo non è così. Se avete una coincidenza ravvicinata come la nostra 1 ora e mezza bisogna riconsiderare la coda al check-in, e tutti i vari controlli per potere rientare nella zona imbarchi.
L’aeroporto di Lanzarote si trova a circa 5 km da Arrecife, il capoluogo dell’isola, fra i paesi di San Bartolomé e Tías.
Ancora prima di parlare delle bellezze del posto bisogna parlare di un "certo" César Manrique perché ovunque si vada si vede una sua creazione e se quest'isola è rimasta ancora intatta nella sua bellezza bisogna ringraziare proprio lui. Nato a Arrecife nel 1919 e morto nel 1992, era un artista di fama internazionale ha vissuto per molto tempo all'estero ma è sempre rimasto legato a quest'isola dove ha fatto ritorno nel 1966. Grazie alle sue conoscenze  ottenne dal governo spagnolo che Lanzarote venisse proclamata per decreto "isola protetta di speciale interesse turistico" e protetta anche a livello ambientale con diversi divieti ad esempio proibizione della pubblicità, altezza delle nuove costruzioni non oltre i quattro piani, protezioni delle zone verdi, riverniciatura a calce di tutte le facciate delle case, in questa maniera venne così preservato il patrimonio naturale a differenza delle altre isole Canarie. Ma non fece solamente questo perché come dicevo prima, lui era un artista quindi ha creato moltre sculture, pitture murali e opere architettoniche su tutta l'isola, quali il Mirador del Rio, i Jameos de Agua, il Jardin de cactus e la sua Fondazione.
Inoltre lungo le strade o meglio rotatorie possiamo trovare alcune delle sue opere che sfruttano il vento costante dell'isola. Lanzarote venne dichiarata Riserva della Biosfera da parte dell'UNESCO.



Lanzarote è un'isola da visitare con cura: la sua gente, i suoi paesaggi, il colore delle sue montagne, le sue zone vulcaniche, la sua luce, la sua architettura e i suoi meravigliosi posti al sole, sono ricordi che rimarranno sempre impressi nella nostra mente.
Per visitarla si può  suddividerla in quattro percorsi.
Percorso 1: La costa del Sud.
Partendo da Arrecife percorrendo la  strada verso Sud in direzione Yaiza, si passa attraverso i paesi di Tías e Mácher. Prima di arrivare ad Uga si  può fare una devizione che ci porta a Puerto Calero dove si può visitare il museo dei cetacei. Continuando per la stessa strada si arriva al paese di Yaiza. Da qui si ci può dirigere alla vista de El Golfo, Los Hervideros, Las Salinas de Janubio, Playa Blanca e la meravigliosa Playas de Papagayo.
Percorso 2: La zona vulcanica.
Partendo da Yaiza si prende la strada che conduce a Las Montañas del Fuego, Parco Nazionale del Timanfaya, una delle principali attrattive dell'isola. Da li passando nuovamente per Yaiza si può procedere verso la Gería zona di grande interesse paesaggistico dedicata alla coltivazione della vite. Passando per il paese di Masdache ci si può fermare per visitare il museo del vino El Grifo. Nella stessa direzione si arriva al monumento al Campesino, opera di César Manrique, siutato nel centro dell'isola.
Percorso 3: La strada del Nord-Ovest
Da il monumento al Campesino si può prendere la direzione Tinayo passando per i paesi di Mozaga, Tao e Tiagua posto dove si può incontrare il "Museo Agrícola El Patio". Proseguendo incontriamo la Vegueta e Mancha Blanca dove si trova un eremo "Ermita De Los Dolores" in cui si venera la "Virgen De Los Volcanes" che è la patrona di Lanzarote. Ripartendo da Tinayo si può continuare per La Santa. Il ritorno si può fare usando un'altra strada per El Cuchillo e Soo fino a la Caleta de Famara paese di pescatori ai piedi dell'impressionante scogliera. La spiaggia con l'omonimo nome "Playa Famara" con i suoi cinque km di lunghezza è la più estesa di Lanzarote. In questa spiaggia è consigliabile fare il bagno con molta attenzione causa le forti correnti. Da qui  si può proseguire per la città di Teguise antica capitale dell'isola con le sue vie, le sue chiese, le sue case signorili, si può anche trovare un negozio della Fundación de César Manrique dove  acquistare un ricordo di questo grande artista. Mentre la domenica si svolge il mercato tipico che ne vale la pena visitare.
Percorso 4: I contrasti del Nord.
Dalla capitale Arrecife in direzione Orzola si passa per Tahíche dove si incontra la Fundación César Manrique. Si continua verso Guatiza dove si visitano Jardín De Cactus, proseguendo fino a Mala e Arrieta (se siete in questa zona e avete voglia  di una bella scorpacciata di pesce vi consiglio di fermarvi  al ristorante "El Amanecer" ottima qualità prezzi bassi) piccolo paese di pescatori si devia per ammirare la Cueva de los Verde e lo Jameos de Agua raccomandata la sua visita sia di giorno che di notte. Ritornando a Arrieta ci si può dirigere a Haría (la valle delle mille palme). Si continua verso El mirador del Río, terrazza spettacolare sopra la scogliera di Famara, dove si può contemplare una incomparabile panoramica dell'isola la Graciosa e i suoi isolotti adiacenti. Il ritorno si può fare per la valle di nuovo verso Teguise. Queste sono solo alcune delle possibilità per scoprire Lanzarote.
Dopo questa lunga prefazione cerchiamo di spiegare i punti di interesse citati prima.
Arrecife
Situata sulla costa Est dell'isola è dal 1847 la capitale di Lanzarote subentrata alla città di Teguise.
Il centro di Arrecife è in corrispondenza del lungo mare della città e dei suoi dintorni, in pratica, va dalla spiaggia del Reducto fino al Charco di San Ginés. Nelle vicinanze del Charco si trovano alcuni dei posti più interessanti, la chiesa di San Ginés Obispo (santo patrono della città che si celebra il 25 agosto), il Castello di San Gabriel, e la zona commerciale Calle Real.



Spostandosi più a Nord sempre sul litorale s'incontrano i due porti della città, Puerto de Naos (di pescatori), e Puerto los Marmoles (commerciale e mercantile), quest'ultimo è anche il terzo d'importanza delle Canarie.
Nelle vicinanze del porto si trova il castello di San José dove al suo interno è ubicato il museo internazionale di arte contemporanea.
Se il vostro tempo è limitato potete saltare sicuramente la visita a questa città a mio modo di vedere poco interessante.
 Puerto del Carmen
Cittadina costiera ubicata nel comune di Tías all'interno della provincia di Las Palmas. Sicuramente la principale zona turistica dell'isola.
7 sono i km di costa che abbraccia, 3 le spiagge che può vantare, (da Nord a Sud, playa de Matagorda, playa de los Pocillos e playa Grande), 30.000 è la capacità ricettiva dei suoi hotel, 1 unica via viva chiamata "Avenida della playa" dove si può trovare di tutto per sfamarsi e divertirsi, 1 è anche il solo km che si estende verso l'entroterra. Alla fine del paese direzione Sud si trova un piccolo porto "Puerto de la Tiñosa".





Il nostro appartamento era proprio a Puerto del Carmen e devo dire che non c'è tempo per annoiarsi.

 El Golfo
E' una delle meraviglie naturali dell'isola. Un cratere che si è formato direttamente sulla costa, separata da una spiaggia nera che da sull'oceano. La parte rivolta verso il mare è andata quasi totalmente distrutta. In questo cratere si è formata una laguna verde, il colore  dell'acqua è dovuta da una pietra tipica del posto chiamata olivina.





Los Hervideros
In questo punto dell'isola ci sono onde molto grosse  dove si infrangono sulla scogliera. Con il passare dei secoli e il suo incessante "lavoro" l'acqua è riuscita a plasmare a suo piacimento gallerie, grotte, insenature. Devo dire che è un vero spettacolo. I visitatori possono osservare questa meraviglia dall'alto, attraverso un sentiero costruito appositamente da percorrere a piedi.







Las Salinas de Janubio
Si trovano vicino a los Hervideros e anche a poca distanza da playa Blanca. Sono un fenomeno naturale dovuto alla formazione di cumuli di sale, e di minuti stagni salati all'interno di un cratere.



Playa de Papagayo
Per arrivare in questa spiaggia bisogna prendere direzione playa Blanca e poi fare diversi km di sterrato. Sono un'insieme di calette divise da scogliere vulcaniche la più famosa e bella è appunto questa. Essendo una caletta è lasciata allo stato naturale quindi se volete un ombrellone ve lo portate da casa! Al di sopra di questa spiaggia puoi trovare un piccolo ristorantino dove cucinano dell'ottimo pesce e bar e con servizi che danno direttamente a picco sulla spiaggia. Molto carino.








Timanfaya
Il parco del Timanfaya e delle sue montagne di fuoco coprono una superficie 174 Km2, anche se l'area protetta come Parco Nazionale di Timanfaya occupa soltanto una superficie di 51 Km2, in cui sono avvenute le eruzioni più importanti. Fu dichiarato parco nazionale nel 1974.


Durante le grandi eruzioni 1730-1736,  l'ultima  fu nel 1824, trenta crateri furono entrati in eruzione contemporaneamente tanto che cambiò drasticamente la morfologia dell'isola, poiché un quarto della stessa rimase sepolto sotto uno spesso manto di lava e ceneri sino ad arrivare al mare.


Una tappa è a dir poco d'obbligo. Ogni 15 minuti, dalle 10 del mattino alle 16,15 del pomeriggio, si effettuano delle escursioni a bordo di pullman (il pullman è d'obbligo, si lascia la macchina in apposito parcheggio),

mentre ci si avvia in una visione inquietante e allo stesso tempo fantastico



 una voce registrata racconta la formazione di questo paesaggio, nonché la testimonianza oculare di un sacerdote di Yaiza che nel 1730 sentì il tremare la terra e vide lingue di fuoco che precipitavano vorticosamente a valle. Il percorso è lungo circa 14 km e si chiama la Ruta de los volcanes. A causa dell'estrema fragilità dell'ambiente, si è dovuto creare un percorso che, con un intervento minimo, e mimetizzato nell'ambiente  fosse in grado di sintetizzarne la bellezza. E' stato sviluppato lungo il nucleo principale delle eruzioni dove si trova una concentrazione di elementi di interesse geologico  come bocche effusive, caverne e malpaíses.




Il simbolo del parco è la statua "El diablo" ovviamente creata da César.



La ruta de los Volcanes è stata realizzata sotto la direzione di César Manrique e Jesús Soto nel 1968.
Nel prezzo del biglietto (costa 8 euro e il tutto si visita in 2 ore) sono comprese anche delle  dimostrazioni che i geologi chiamano  anomalie geotermiche, ovvero temperature insolite sulla superficie, provenienti dal sottosuolo, precisamente da una camera magmatica residua a poca profondità. La prima dimostrazioe è farti raccogliere della sabbia da terra e ti accorgi subito che scotta!  il calore del vulcano a solo 10 cm di profondità si arriva a 140°, poi fanno vedere che mettere a contatto degli arbusti secchi con la roccia prendono subito fuoco,






 oppure lungo delle tubazioni profonde mezzo metro la guida riversa un secchio d'acqua, e in pochi secondi dopo con fragore si eleva un enorme colonna di vapore.




 Questa zona di Timanfaya prende il nome da Hilario, personaggio leggendario di Lanzarote. Finito il tour si ci può fermare al ristorante "El diablo" dove cucinano carne e pesce su un barbeque naturale sfruttando appunto il calore delle terra, basta pensare che a  una pronfondità di 10 metri si arriva a 600°.

 Finito il pranzo più a valle si può fare un "giretto" su dromedari.

Gería
La Geria è una zona vinicola, che offre paesaggi unici. E' la più grande regione vinicola delle Canarie. Le viti crescono in buche scavate nella terra vulcanica con una profondità circa di  due metri, larghe fino a 5, ricoperte di finissima sabbia di lava triturata (picon, che gli conferisce un sapore particolare) essa  trattiene l’umidità dell’aria e  fa vivere la pianta fino alla raccolta dell’uva di luglio/agosto,  spesso sono circondate da muretti con pietre naturali che le proteggono dal vento degli Alisei. Alla Geria si trovano delle cantine chiamate bodegas dove si può degustare il vino tipico.



Le cantine storiche e più famose di Lanzarote sono la Bodega “El Grifo” o “La Geria”. Il mio preferito è la malvasia semidulce del Grifo, quanto vino "scolato"!!!





Monumento al Campesino
Al centro di Lanzarote  nella località di Mozaga comune di San Bartolomé, in un incrocio di strade ecco un'altra opera di César Manrique la più significativa in riferimenti simbolici la Casa-Museo del Campesino e il monumento a la Fecundidad.
E' formato da una serie di edifici ispirata alla tradizionale architettura dell'isola, con camini, aie, pozzi, cortili, frantoio ecc. L'interno del gruppo di edifici si sviluppano attorno a una piazza centrale aperta dove si distribuiscono delle dépendace e al loro interno si trovano oggetti e strumenti legati alla cultura di Lanzarote.







La scultura più rappresentativa è la Fecundidad posta sopra una montagnola di pietre, denominata la Peña de Tejaste, è dedicata al contadino dell'isola. E' realizzata con antichi serbatoi d'acqua di velieri e diversi oggetti saldati tra di loro in un insieme di forme geometrice, alta 15 metri, per la resistenza che oppone al vento hanno dovuto usare cemento armato e ferro.


Questa scultura è stata realizzata nel 1968.

La Santa
La Santa è la zona per eccelenza dei surfisti grazie alle sue particolari condizioni di vento e di conseguenza onde. Ci si trova anche dei centri sportivi importanti, frequentati da alteti di tutto il mondo che vengono per allenarsi e prepararsi per i campionati e giochi olimpici.

Fundación César Manrique


La Fundación César Manrique è situata nella località Taro di Tahiche, nelle vicinanze di San Bartolomé.
Il progetto di questo edificio nasce nel 1968 dal ritorno negli Stati Uniti per poi fermarsi definitivamente. La creazione della sua casa ha una storia particolare, César stava percorrendo questa strada in auto con il presidente del Cabildo di allora, e notò una pianta di fico spuntare dalla lava, fermò l'auto e insieme al presidente scoprirono che la pianta aveva le sue radici sul fondo di un'ampia "bolla" vulcanica, una vera e propria sfida con la natura e in quell'istante decise di costruire la sua casa propria in quel punto.
L'esterno si presenta in stile locale con il colore bianco che si contrapponte con il nero delle rocce laviche e con il giardino di cactus e piante grasse.



Entranto nella casa si possono ammirare molto delle sue opere nonché la collezione privata di altri artisti.
Dalla sala principale scendendo  alcuni gradini si arriva all'interno di 5 cavità naturali ("bolle") trasformate in stanze,


ognuna caratterizzata da un specifico arredamento, bellissimi i salottini, semplici, essenziali ma con un gusto geniale.




Le stanze sono collegate tra loro da stretti corridoi scavati nella roccia e intonacati da bianchissima calce.


Per non farsi mancare niente aveva costruito anche una piscina con salottino e barbeque.



Nell'ultima sala prima di uscire si rimane colpiti da una finestra/vetrata dove si vede una lingua di lava che sembra amalgamarsi con il pavimento, ti avvicini e vedi il vetro che separa, ma assicuro che visivamente sembra una colata di lava che entra nella stanza!


Un'altra bella sorpresa è all'uscita, un enorme murales che si trova nel giardino realizzato con piccoli frammenti di roccia vulcanica per definire i contorni delle figure.


Oggi la fondazione è diventata una vera e propria istituzione con l'intento di promuovere lo studio e la diffusione dell'opera di Manrique, ma non solo perché è diventato un  centro di cultura, finanziando pubblicazioni d'arte, storia, e ambiente, promuovendo visite scolastiche e convegni ai fini di sensibilizzare le persone all'arte, tutto questo gestito con le  entrate derivate dalla vendita di biglietti e gadeget.

Scultura di Manrique  situato all'ingresso della struttura


Simbolo della fondazione, superfluo dire da chi è stata creata

Autoritratto dell'artista

Jardín de cactus
Si trova nella località Guatiza, comune di Teguise. Rappresenta un magnifico esempio di intervento architettonico integrato nel paesaggio. Come sempre César Manrique ha realizzato questo  complesso architettonico mantenendo il binomio arte-natura.
Si estende per 5000 mq con più di 1100 specie diverse di cactus provenienti da Perù, Messico, Cile,Stati Uniti, Kenia, Tanzania, Madagascar e ovviamente isole Canarie con un totale circa di 10000 piante.
Il giardino è stato costruito in una vecchia cava in disuso dove estraevano "rofe", praticamente cenere vulcanica che i contadini  utilizzano per le colture e mantenere così l'umidità della notte neccessaria per la scarsità d'acqua (discorso già affrontanto nella coltivazione delle viti).
Varcato l'ingresso davanti a noi si presenta una struttura centrale a forma di "taro" in modo di creare una visione a sopresa per il visitatore, superato ecco il giardino con forma simile a un anfiteatro romano, caratterizzato dalle sue pareti formate da terrazze discendenti nel terreno dove sono disposte diverse varietà di piante.



Al centro si può osservare una serie di monoliti di carbonella compatta che è la testimonianza passata dell'ex cava.



In lontanza un vecchio mulino ristrutturato nel 1973 sempre da César.

Il giardino è aperto tutti giorni dalle 10 alle 18.

Cueva de los verdes
La Cueva si trova nel Nord dell'isola nel comune di Haría. La sua formazione è il risultato dell'attività eruttiva del vulcano monte Corona che ha dato origine a un esteso tunnel vulcanico sotteraneo lungo 7 km ma visitabili solo 2, partendo appunto dal monte sino ad arrivare al mare, questo tratto è denominato tunnel dell'Atlantide.
Il tunnel ha due entrate che consentono di visitarlo in zone diverse: La Cueva de los Verdes e la Jameos de agua.




Un tunnel vulcanico si forma in seguito al raffreddamento e alla solidificazione della parete superficiale di una colata a contatto con l'aria, mentre il magma fuso dell'interno continua fluire. Il distacco parziale del soffitto di questo tunnel forma la struttura chiamata Jameo, che non è altro che l'apertura del terreno che permette l'accesso alle diverse grotte. Lungo il suo percorso ci sono 21 jameos.
La grotta è formata da due gallerie sovrapposte, dove ci sono corridoi, labirinti, lagune sotteranee, e un apparente abisso senza fondo da togliere il fiato e far tremare le gambe ma su quest'ultimo non posso soffermarmi a spiegazioni bisogna solo vederlo di persona perché sarebbe come guardare un bel film e spiegare il finale a sorpresa.
Nei secoli scorsi queste gallerie venivano utilizzate dagli abitanti del posto per rifugiarsi dai pirati o dai cacciatori di schiavi, infatti cueva de los Verdes prende proprio il nome dalla famiglia che ha abitato per più tempo in queste grotte.




Dimenticavo... la cueva possiede anche un auditorium totalmente naturale con un acustica perfetta dove viene usato qualche volta per concerti.

Jameos de agua


Come la Cueva de los Verdes, Jameos de agua fa parte di un insieme di grotte vulcaniche come spiegato in precedenza. Vi ricordate di César Manrique? bene questo artista straordinario ha reso una parte di questa zona vulcanica accessibile a turisti con terrazze, passaggi, giardini, piscina, ristorante e bar.






All'interno della grotta si trova una laguna nella quale penetra l'acqua del mare, e sul suo fondale abitano dei piccolissimi granchi cechi albini, la particolarità di questi esserini è che il loro habitat naturale risiede ad elevate profondità marine e non si capisce tutt'ora questa stranezza.


Questa grotta è attraversabile lateralmente da un passaggio. Arrivati da l'altro lato, si percorre una scalinata con varie terrazze ovviamente sempre in pietra lavica, la quale conduce in uno spazio all'aperto dove si trova una bella piscina ornamentale, poi si prosegue sempre con altra scalinata e terrazza per mirare tutto dall'altro, da qui si prosegue per la casa de los volcanes, centro scientifico, dedicato allo studio della vulcanologia.



Anche qui è stato costruito un teatro-auditorium stupendo con la capacità di ospitare 1000 persone.


Mirador del Rio

Si trova nella parte del Risco de Famara a 475 m di altezza, dove si gode di un panorama spettacolare. Si tratta di una delle creazioni architettoniche più rappresentative di César Manrique.
Il Risco di Famara è una vasta scogliera lunga 22 km, parte da Punta Fariones sino a Morro del Hueso.
Sulla terrazza panoramica si può godere della splendita vista dell'arcipelago Chinijo. In primo piano l'isola della Graciosa separata da uno stretto braccio di mare chiamato il Río.



L'edificio che ospita la terrazza è camuffato in una struttura esterna in pietra in modo che si mimitizza con l'ambiente infatti da una parte troviamo la maestosa scogliera di Famara e dall'altra il vulcano monte Corona.
Per accedere all'interno si percorre un corridorio, dove si trovono alcune nicchie con ceramiche locali.
Percorso il corridoio si arriva a due grandi spazi a volta dove ci sono due grandi vetrate che permettono di contemplare il suggestivo paesaggio, (l'essere vestito in rosso non fa parte del suggestivo paesaggio :-)

e si può anche accedere a un balcone esterno a strapiombo con ringhiera perimetrale in legno e ferro che da l'aspetto di una prua di una nave.


Dalla zona adibita a caffetteria è possibile accedere a un piano superiore attraverso una scala elicoidale. Al primo piano si trova un negozio di souvenir. Continuando per la scala si accede ad un'altra terrazza esterna con tavolini.



Haría

Meglio denominata la valle delle mille palme. Un  piccolo paesino incontaminato dal turismo con piccole case bianche, la particolarità di questo posto sono la concentrazione di palme. Merita una visita di passaggio.


E ora una carrelata di foto... Le spiagge


Playa Grande

Playa  nera di Quemada

Playa Dorada

Playa Bastian

Playa Cucharas
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e ora foto varie...

Chiesa di Teguise con...

il suo mercatino domenicale

la nostra alimentazione

dovrei mettere anche la foto della palestra che ora vado quasi tutti i giorni :-(


Verso il parco Timanfaya

Un nostro amico conosciuto a La Santa

Il divo :-)

La diva :-)

The end